Quando ero piccola... no, piccola la sono rimasta...
Per salirci, mi ci volevano almeno due tentativi: dato che il gradino mi arrivava al naso - o almeno così sembrava a me, piccola Beuf di 30 cm - contavo, ne lasciavo passare uno, tentavo di salire sul successivo, temevo di cadere, forse è meglio se salto, al prossimo ce la faccio, dai, ecco sono salita...
Ma la corsa non durava mai abbastanza per spiegarmi la fatica che dovevo fare ogni volta non tanto per utilizzarla, quanto per superare la paura di doverlo fare. Ero un'esperta di training autogeno già a 5 anni...
Poi c'era la corsa, che durava - credo - un infinitesimo di secondo, perchè già io vedevo la fine, il promontorio, la cima oltre la quale c'era la salvezza. Se fossi riuscita a scendere.
Ero raggelata dall'idea di non scendere in tempo dal gradino e di finire sminuzzata, tritata, inghiottita dal rullo, che mi avrebbe trascinata in un mondo scuro e sconosciuto, pieno di pezzettini di bambine distratte.
Oggi, che sono un Beuf cresciuto e pasciuto, ho imparato a superare le mie paure di bambina. Ora so che laggiù è pieno di fettine e che questo è uno dei metodi per fare la tagliata.
...ho vinto una tagliata per essere la prima commentatrice del tuo blog? nel caso, va bene un beuf qualsiasi, ma tu "mi servi viva"
RispondiElimina;)
Che emozione! :)
RispondiEliminaBen felice di offrirti una tagliata la prima volta che vieni in Oltrepò. Qui però non usano le scale mobili, le tagliate crescono nell'orto (sono un Beuf, non posso pensare di fare a fette una mia simile...).